Come cogliere i segnali di crisi nell'impresa
Gli indici della crisi d’impresa sono dei parametri utili all’imprenditore e all’amministrazione di un’azienda, di qualsiasi settore merceologico, per avere una rappresentazione realistica della situazione patrimoniale, reddituale e finanziaria presente e futura.
L’obiettivo è la previsione della sostenibilità debitoria nonché l’esistenza della tenuta aziendale rispetto alla situazione presente.
L’analisi degli indici permette di valutare la situazione aziendale; se si supera una determinata soglia c’è la possibilità che ci sia una crisi in atto.
Gli indici della crisi comuni a tutte le imprese sono:
- Il patrimonio netto;
- Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio)
- Gli Indici settoriali.
1) Patrimonio netto dell’impresa
Tra gli indici della crisi d’impresa il primo da analizzare è il Patrimonio Netto dell’impresa. Nel caso in cui sia negativo o inferiore al minimo legale, l’impresa risulta essere in presunzione di stato di crisi. In caso contrario si potrebbe ricorrere alla ricapitalizzazione.
Questo indice va controllato guardando la voce del “patrimonio netto”, dove viene indicato il passivo patrimoniale.
Indipendentemente dalla situazione finanziaria, il patrimonio netto negativo presuppone una mancanza di prerogativa per la continuità aziendale.
2) Debt Service Coverage Ratio (DSCR)
Il DSCR è un indice che si ottiene dal calcolo di entrate e uscite sotto forma di liquidità previste nel semestre successivo. Rappresenta la possibilità dell’azienda di poter onorare i debiti a medio lungo termine.
Il calcolo del DSCR può dare due responsi:
- Risultato minore di 1: il flusso di cassa della gestione operativa non è sufficiente a far fronte agli impegni finanziari a servizio del debito. L’impresa risulta essere in un ragionevole presunzione di stato di crisi.
- Risultato maggiore di 1: il flusso di cassa della gestione operativa è sufficiente a far fronte agli impegni finanziari a servizio del debito.
Il DSCR è utilizzabile solo in presenza di dati prognostici non ritenuti inaffidabili dagli organi di controllo.
La stima del dato prognostico è infatti compito dell’organo amministrativo delegato. Per controllare il DSCR è necessario un previsionale di flussi di cassa.
3) Indici settoriali
Se il DSCR non è disponibile, è necessario il superamento congiunto delle soglie per gli indici settoriali. La normativa infatti prevede l’utilizzo degli altri indicatori quando il DSCR non è presente o è considerato non attendibile.
Gli indici settoriali sono frutto di un’elaborazione degli Esperti Contabili e del Consiglio Nazione dei Dottori Commercialisti. Sono i seguenti:
- Indice di sostenibilità degli oneri finanziari: si ottiene dalla differenza tra questi ultimi e il fatturato. Al numeratore si assegnano gli interessi mentre al denominatore i ricavi netti.
- Indice di adeguatezza patrimoniale: va calcolato il rapporto tra il totale dei debiti e il patrimonio netto, che vanno rispettivamente al nominatore e al denominatore.
- Indice di ritorno liquido dell’attivo: considerano il cash flow, che è indicato dai costi non monetari e dall’attivo dell’intero patrimonio, considerando il lasso di tempo presente.
- Indice di liquidità: vanno considerate tutte le attività e le passività sul breve periodo.
- Indice di indebitamento previdenziale e tributario: rappresentato dai debiti scaturiti dai tributi e dalla previdenza dovuta agli enti del settore dell’assistenza sociale e previdenziale, e il dato totale che rappresenta l’attivo dell’intero patrimonio.
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